CERIMONIE

 

 

Capitolo aperto d'Investitura in Terre Lombarde

 

Terre d'Italia, 24 Marzo 2007 e.v. - 889 a.O.
 

Si è tenuto a Como nella Basilica Templare di Sant'Abbondio, il Capitolo Aperto di Investitura

dell'Ordre Souverain et Militaire du Temple de Jérusalem O.S.M.T.J.

   

Organizzata dalle Commende Mediolanum e Mediolanum S.M., nella suggestiva cornice della Basilica di S. Abbondio in Como, curata con tanto amore e passione da Mons. Luciano Salvadè, sabato 24 marzo 2007 si è svolta la Cerimonia di Investitura Cavalleresca dell’Ordre Souverain et Militare du Temple de Jérusalem.

Il venerdì pomeriggio 23 Marzo, presso l'Hotel Continental di Como, si è tenuto il Consiglio dell'Ordine.

La Cerimonia è stata presenziata e presieduta dal Luogotenente Gran Maestro dell’Ordine S.E. fr. Alberto Zampolli e da S.E. il Prelauts Ordinis Fr. Don Giovanni Illia che ha officiato la Santa Messa ed ha visto la partecipazione, come sempre perfetta, del Cancelliere Internazionale Sr. Floriana Torelli, del Precettore Nazionale fr. Piero Martini, del Balivo delle Terre del Centro-Sud Italia fr. Comm. Germano Assumma, del Cosigliere Personale del LtGM Fr. Comm. Nicola Barbatelli, degli Ambasciatori dell'Ordine O.S.M.T.J. Sr. Mirella Setzu, il Fr. Benito Parisi ed il Fr. Giampiero Camurati e di una folta schiera di fratelli giunti da tutta Italia dal Nord al Sud, Galles, Svizzera, Francia, Serbia e Kroazia.

Un ringraziamento anche alle Autorità presenti sia di Como che della città di Caronno Pertusella.

La televisione locale, Tele Espansione, ha trasmesso la Cerimonia la sera stessa di Sabato e la cronaca è stata presentata da Il Giorno, La Provincia, Il Giornale di Como e il Corriere, presenti per tutta la Cerimonia con loro cronisti e fotografi

I Fratelli al servizio di S.E. il Prelatus Ordinis Don Giovanni Illia

 

Il Coro Aurora di Caronno Pertusella presente al completo, 35 Cantori diretti magistralmente dal Maestro ARNABOLDI, ha dato veramente emozioni eccezionali al Pubblico presente ed ai Fratelli dell'Ordine! La commozione per ogni loro canto ma, soprattutto, alla fine, durante il Salmo 133 della Fratellanza, è stata davvero notevole, bravissimi come sempre.

Coro Aurora di Caronno Pertusella diretto dal Maestro ARNABOLDI

La giornata, come ogni anno scelta in concomitanza con il 18 Marzo, ha avuto per i 13 Novelli Chevaliers e per lo Scudiero Andrea Pighin, venuti come sempre da tutte le regioni d’Italia, un significato particolare, essendo la 693° ricorrenza del martirio di Jacques de Molay, Gran Maestro dei Templari mandato al rogo da Filippo IV di Francia.

I cavalieri convenuti a Como hanno raccolto il testimone degli Antichi Fratelli dell’Ordine fondato da Ugo de Paganis.

La Messa è stata celebrata dal nostro Eccellentissimo Padre Spirituale e Prelatus Ordinis, massima carica Ecclesiastica dell'Ordine, Don Giovanni Illia che ha gestito con grande perizia tutta la Cerimonia fin dalla preparazione.

 

Ad accogliere questi nuovi Fratelli nella Fede, sono giunti, come sempre, molti nostri Chevaliers dalle Terre Calabresi, Laziali, Siciliane, Campane, Lombarde. Emiliane, Venete, Svizzere, Liguri, Piemontesi, Marchigiane, Abbruzzesi, Pugliesi, Inglesi, Francesi, Croate e Serbe. Sono state oltre 160 le presenze a questa Cerimonia di accoglienza per questi nuovi Fratelli.

La sera del Venerdì 23 si è tenuta la Veglia d'Armi in  Piazza S. Stefano di Cernobbio, con la direzione del nostro Prelatus Ordinis Don Giovanni Illia e dell'Oecumenicus Ordinis Fr. Comm. Emanuele Tagliaferro.

.La Domenica è stata dedicata alla Visita della Città di Como da parte di coloro che erano giunto da molto lontano.

Il Pranzo conviviale, davvero ben organizzato e prodotto dalle stupende cuoche dell'Oratorio Don Bosco di Piazza S. Stefano,  è stato servito ai 160 conviviali in modo impeccabile. Complimenti da tutti i partecipanti.

Il Coro Aurora di Caronno Pertusella

La vista da Piazza Santo Stefano di Cernobbio

  Anche a questi carissimi nuovi Fratelli và il nostro Augurio di Buon Lavoro e l'Abbraccio Fraterno in Cristo.

 

La Stampa

Basilica di Sant'Abbondio

È un significativo esempio d’architettura romanica lombarda e capolavoro dei maestri comacini. Sorse al posto della chiesa paleocristiana intitolata ai Santissimi Apostoli, il cui perimetro è segnato sull’attuale pavimento da fasce di marmo nero ed è dedicata al patrono della città, quarto vescovo di Como.
L’edificio fu cattedrale della città sino al 1013 quando questo titolo venne trasferito alla chiesa di Santa Maria Maggiore, poi demolita per far posto al Duomo.
La chiesa che vediamo fu costruita fra il 1050 e il 1085 dai monaci benedettini e fu consacrata dal papa Urbano II nel 1095.
Il tempio, che presenta elementi di affinità con le culture d’oltralpe, ha subito nei secoli manomissioni e diversi restauri ma, i ripristini del secolo scorso e quelli del 1936, gli hanno restituito la forma originaria.
Si presenta con una facciata severa e disadorna, scandita da robuste lesene che posano su quattro colonne già appartenute al quadriportico e due piani aggiunto tra il XII e il XIV secolo e successivamente eliminato. Due campanili incorniciano l’abside centrale, le cui monofore sono ornate da rilievi a motivi floreali, zoomorfi e geometrici. Notevoli anche le sculture romaniche a bassorilievo che fregiano il portale.
All’interno la principale delle cinque navate, coperta da soffitto piano, è sorretta da alte colonne di conci con capitelli cubici smussati; le laterali sono divise da svelte colonne, alcune monolitiche, di granito, meno una di cipollino, e coperte da soffitto a capriate. Nel pavimento è segnato, con fasce di marmo nero, il perimetro della precedente chiesa.
La basilica fu soggetto di notevoli lavori di restauro che portarono alla luce una serie d’affreschi Della metà del Trecento. I principali riquadri rappresentano la vita di Cristo; nella volta, “Cristo tra Maria e Giovanni, Pietro e Paolo”, nelle lesene e nelle sottocolonne, “i Re della stirpe davidica, Profeti e Santi”.
Sotto l’altare maggiore si conservano le reliquie del patrono.

 

Galleria Completa delle Fotografie (ancora non pronto)