Portale di una commenda templare a Chanonat (Puy-de-Dôme, Francia)

Nel corso della sua esistenza l’Ordine Templare svolse sostanzialmente tre azioni, oltre a quella religiosa: l’attività militare, la coltivazione delle terre, la gestione di sistemi economici e finanziari. Queste azioni furono consentite dalla formazione di un’imponente struttura territoriale, organizzativa ed economica, che interessò non solo il Vicino Oriente, ma anche una grande parte delle regioni europee (eccezion fatta per la Spagna). Il mantenimento di un ingente gruppo di armati in Terrasanta richiedeva infatti un adeguato sforzo produttivo anche sul continente europeo, non solo per rifornire di vettovagliamenti le milizie, ma soprattutto per sostenere i costi legati alle armi, ai cavalli, alla flotta navale, alle attrezzature di servizio e alla costruzione di edifici e fortificazioni.

I templari usarono in realtà una cospicua parte delle loro ricchezze per costruire numerose fortificazioni in tutta la Terrasanta. In questa prospettiva la crescita dell’Ordine, che inizialmente si era retto sulle donazioni dei primi cavalieri, fu ben presto accentuata dal favore del papa Innocenzo III, che aveva concesso all’Ordine la totale indipendenza dal potere temporale, compreso l’esonero dal pagamento di tasse e gabelle, oltre al privilegio di rendere conto solo al pontefice in persona e alla possibilità di esigere le decime.

La presenza dei templari sul territorio di entrambi i continenti, asiatico ed europeo, era assicurata dalle diverse sedi templari: le Precettorie, le Mansioni e le Case fortezza o “Capitanerie” (queste ultime due meno importanti delle Precettorie), largamente autonome dal punto di vista gestionale.

Le grandi capitali (Parigi, Londra, Roma e altre) vi erano le Case, ognuna delle quali aveva il controllo di una delle sette grandi province dall’Inghilterra alle coste dalmate in cui i templari avevano diviso la loro organizzazione monastica. Al massimo del loro fulgore arrivarono presumibilmente ad avere quasi 10 000 proprietà, distribuite capillarmente in tutta Europa e Medio Oriente, il che indica la loro notevole influenza economica e politica nel periodo delle Crociate.

Dal punto di vista organizzativo, si potevano distinguere sommariamente quattro tipologie di confratelli:

Clement V

Vari gradi di responsabilità di comando e amministrazione erano attribuiti al Maestro (Gran Maestro secondo una dizione diffusa ma inesatta), ai Commendatari, ai Siniscalchi, ai Marescialli, ai Gonfalonieri e ad altri ruoli. Alcuni confratelli si occupavano esclusivamente di attività bancarie, in quanto l’ordine trattava frequentemente il denaro e le merci preziose connessi con lo svolgimento delle Crociate. La parte più significativa dei Cavalieri templari si dedicava tuttavia alle azioni militari ed erano probabilmente le unità da combattimento meglio addestrate e disciplinate del proprio tempo. A sostegno del corpo militare dell’ordine venivano aggregate truppe ausiliarie, anche mercenarie, come i Turcopoli. Ciascun cavaliere disponeva di due o tre cavalli che lo potevano accompagnare per qualsivoglia compito bellico e di un gruppo di sergenti e scudieri pronti ad agire per le evenienze.

A differenza della totalità degli altri ordini monacali, non sembra che i templari abbiano dedicato una parte significativa del loro tempo all’elaborazione di testi o documenti, religiosi o d’altro genere: a parte le copie della Regola che ci sono pervenute, non lasciarono tracce consistenti del loro pensiero; in ogni caso, la damnatio memoriae a cui furono soggetti avrebbe nel tempo cancellato le loro produzioni. Il maggiore influsso dei Templari non fu comunque di tipo militare, quanto piuttosto di tipo sociale ed economico sotto il profilo della diffusione di strumenti economico-finanziari: con le abbazie ed i loro terreni agricoli, con la costruzione delle cattedrali, l’ordine portò sviluppo e lavoro in molte parti dell’Europa medioevale, attraverso un’estesa rete di succursali. Molti governi europei ricorsero ai loro servizi per ottenere finanziamenti, per gestire le contabilità e le finanze pubbliche.