CERIMONIE

 

 

Funzione Religiosa in Memoria di S.E. Percy Pierre Pasleau

 

Trieste - Terre d'Italia, 15 Gennaio 2005 e.v. - 887 a.O.
 

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S.E. Pierre Percy Ghislain Pasleau

de Charnay-Surmont

 
 

 Sabato 15 gennaio 2005, giornata che inizia nella bruma nebbiosa che ispira malinconia.

Il ritrovo è fissato davanti alla Chiesa Greco-Ortodossa, sita sulle Rive di Trieste.

L’occasione di tale consesso è la celebrazione di uno dei nove suffragi previsti dalla Nostra Regola per meglio accompagnare l’Anima del Nostro Maestro verso i Luoghi della Vera Luce. 

Come già ricordato più volte dal Luogotenente Magistrale Fr. Alberto Zampolli, il Nostro Maestro Pierre Percy Ghislain Pasleau de Charnay-Surmont, era Cristiano di confessione orientale e proprio nella Sua Comunione Spirituale, abbiamo individuato la maniera migliore di celebrarne il suffragio, grazie alla splendida e fraterna disponibilità del Reverendissimo Archimandrita Mons. Giorgios Ntagkas, rettore della Comunità Greco-Orientale di Trieste. 

Il giovane Archimandrita ci ha accolto nel vetusto Tempio dedicato al Santo Vescovo Nicolò di Mira, al centro del quale, proprio davanti alla preziosa iconòstasi, è stato preparato l’altare dedicato al nostro Fratello defunto, quasi egli fosse presente, proprio in mezzo a noi.

           

Su nostra richiesta, accordata con estrema benevolenza, ai piedi della croce astile del piccolo altare, sono state sistemate le insegne dell’Ordine abbrunate ed una foto del Maestro in abito conventuale. Alla vista di tale ritratto, riconoscendo le insegne ecclesiastiche indossate dal defunto, l’Archimandrita ha provveduto immediatamente ad indossare le proprie, presentandosi agli astanti rivestito dell’Epitrachèlion, della propria Croce Pettorale e del Kamelàvkion.  Così solennemente abbigliato, Mons. Ntagkas ha dato inizio alla celebrazione.

Il canto del Suffragio, sostenuto in forma salmodica dal celebrante ci ha ricordato che nella nostra debole natura umana, dobbiamo chiedere tante volte perdono ed affidarci alla Misericordia Divina. Quindi, dopo la richiesta di perdono generale, è iniziato il ricordo del Maestro, sempre celebrato in forma salmodica, nella quale l’Archimandrita ha sparso sull’immagine del defunto e sugli astanti, un piacevole profumo d’incenso, a purificazione delle Anime, richiamate in mezzo a noi dal tintinnio dei sonagli presenti sul turibolo.

Da sottolineare la delicatezza d’animo del Celebrante, il quale, sapientemente ha alternato versi in lingua greca a versi in lingua italiana, onde consentire a tutti una migliore comprensione del rito, che si è concluso con la distribuzione del grano bollito che era stato sistemato in un vassoio, davanti al ritratto del defunto, disposto in forma di croce.

Il simbolismo mistico del grano bollito è ispirato al passo evangelico: “Se il grano di frumento caduto in terra, non muore, non potrà produrre alcun frutto (Giov. XII 24). Come il frumento per germogliare ha bisogno di essere sotterrato, così coloro che devono essere partecipi dell’eterna beatitudine, devono prima subire la morte. Non si risorge, perciò, se non si muore”. 

Concluso il suffragio con la Benedizione Solenne ai presenti, tra le vetuste ma sempre splendide mura del Tempio, è iniziato il capitolo dell’Ordine, che ha sancito l’accrescersi della Famiglia Templare.

E’ stato investito Cavaliere ed è stato accolto nell’Ordine il Fr. Andrea Sossi di Trieste, il quale, attorniato dai Fratelli presenti, ha pronunciato i Voti cavallereschi ed il Giuramento di Fedeltà alla Regola dell’Ordine, avendo quali padrini i Commendatori Valci e Tagliaferro, che in tal modo si sono resi garanti del rispetto dell’Ortodossia Templare, con il suggello delle parole di S.E. il Luogotenente Magistrale. 

    

Una volta di più, l’Ordine ha dimostrato un autentico spirito di Unità, Fratellanza e Dialogo interconfessionale, dal momento che il nuovo Cavaliere, ricevuto in una Chiesa di rito Greco-Ortodosso, è di confessione Riformata Elvetica e ciò offrirà, anche nel prossimo futuro, una nuova possibilità di confronto costruttivo dentro noi stessi, nell’ambito della nostra Famiglia Cavalleresca e nel mondo profano, nel quale siamo chiamati ad operare. 

I nostri rituali vietano l’uso del mantello, se non debitamente autorizzato, come pure il farsi vanto dell’appartenenza all’Ordine: questo tassello di storia che si è aggiunto il 15 gennaio, è un nuovo strumento nelle nostre mani per consentire al mondo di riconoscerci come dei costruttori di Pace, Fratellanza ed Unità, nonostante le diversità di ciascuno, che giorno per giorno impariamo a conoscere, apprezzare, amare e far nostre, soprattutto quando non indossiamo le insegne Templari. 

Per un Fratello che ha abbandonato la propria carne mortale e che abbiamo sentito vicino a Noi nella complessa ritualità dell’Investitura, un altro se n’è aggiunto! 

All’uscita dalla Chiesa di San Nicolò, siamo accolti dagli ultimi raggi di un tiepido sole invernale: un soffio di “borìno” ha spazzato la malinconia della nebbia…

Ad Maiora Fr. Pierre

Ad Multos Annos Fr. Andrea