INIZIATIVE

 

12 Maggio 2006-888: A SCUOLA CON I CAVALIERI

 

A vederli così, tutti insieme, trenta, quaranta bambini, fanno l’effetto di un mare di occhi intenti, curiosi, di uno stupore autentico, mentre aspettano in un silenzio raro per la loro età così felice da gridare quasi sempre tutti in coro, l’arrivo “dei Cavalieri”… 

 

Il loro maestro deve aver detto qualcosa di magico su cavalli al galoppo, draghi, principesse e clangore di armi, che forse appare un po’ strano che si presentino loro due umani, che si siedono sul pavimento della palestra e sorridendo cominciano a parlare, ma guarda, la stessa lingua! 

 

Quasi dimenticano che devono tenere per dopo la sorpresa degli scudi che si sono costruiti, ciascuno con il suo stemma, e gli scudi sbucano tra le teste e le manine già più o meno tutte, educatamente alzate per chiedere le sole cose che vogliono davvero sapere: “ Ma che cos’è quella croce lì?” 

 

Conosco molte cose dal momento che gli sono state insegnate: Gerusalemme, la Palestina, le Crociate,  ma anche Re Artù, oppure il Barbarossa che - ce lo dicono loro -  si era perso dalla parti del Castel Baradello, durante un pic-nic. 

 

Ma forse nei loro pensieri gli intrecci della storia e della leggenda non fanno ancora quel frastuono che spesso assorda la fantasia di noi adulti. “Lo sai che mio nonno è cavaliere? Perché è rimasto tre giorni attaccato ad un ramo nel mare…” 

 

In effetti, capita che proprio a chi voglia in due parole raccontare loro la Crociata, rammentare che cavalleria guerra e coraggio sono cose che vanno sempre insieme. 

Mentre cominciamo a temere di perdere un po’ la situazione di mano, ecco che sul sottofondo di una musica struggente e marziale, arriva il tanto atteso Cavaliere Templare, che passava proprio di qua, nel borgo di Blevio, sul lago di Como. 

La voce di Fra’ Maurizio da Farinate rimbomba un po’ nell’elmo catafratto, ma nessuno dei bambini sembra impressionarsi di quel tuono che arriva dall’anno 1100, che sono tanti, tanti anni fa… 

Il Crociato porta le armi e quelle sì che sono cose straordinarie, proprio come le domande che  i bambini fanno, affilate, come le spade vere. 

Molti vogliono sapere quanto pesi uno scudo, (domanda molto ricorrente quella sul peso delle armi) o se la spada è “più alta di me”, c’è chi non crede che la cotta si di ferro “vero”e allora si avvicina, ti prende per la mano e intanto si accoccola ai piedi del gigante guerriero con un’aria esperta e tocca i gambali, poi, convinta, torna al suo posto, ma già con la mano alzata per un’altra domanda.

“Che cosa facevano tutto il giorno i Templari?”

“È vero che uccidevano per mangiarli solo gli animali un po’ vecchi?”

“Avevano case con quanti piani?” 

Piuttosto interessati all’alimentazione quasi vegetariana, uno di loro, soprattutto, si sente fiero di affermare che anche lui mangia spesso e volentieri minestra di legumi, ma se dovesse andare in battaglia la razione di carne non la disdegnerebbe certo. 

Mentre l’ambiente si scalda sempre di più, quelli della prima fila pian pianino si avvicinano e ormai siamo circondati da bambini che parlano tutti insieme: l’effetto è delizioso, ma bisogna ricondurli al progetto iniziale: illustrare una fiaba templare con disegni fatti da loro; e qui evidentemente lo spirito del primato Cavalleresco o devono avercelo già avuto oppure gli è stato infuso all’istante: esultano tutti insieme e gridano “sììììììì!”… non vorranno certo passar la mano ad un’altra scuola, eh? 

E poi devono sapere che anche i Cavalieri, come loro,  hanno un Maestro, che si chiama Gran Maestro e che è molto importante, così oggi come tanto, tanto tempo fa, ma quello di una volta era il comandante di tutti i Cavalieri che, mentre un tempo combattevano contro tanti nemici, oggi combattono contro la privazione incolpevole, contro chi abusa dell’innocenza, contro il disagio di chi è debole e di chi non ha diritti. 

Siamo gli ospiti della loro merenda, gli eroi di un giorno: sotto con gli autografi e guai a chi non se li procura tutti, si finirebbe per bisticciare! Foto ricordo e grandi sorrisi. 

Nella loro mente forse è difficile concepire che quasi mille anni separano il Cavaliere Templare impersonato da Fra’Maurizio e il Cavaliere del XXI secolo, poiché essi sono nello stesso momento davanti ai loro occhi, ma possono, nel loro cuore percepire che sotto il mantello, la cotta, la croce, nel cuore di ogni Templare i valori della Promessa e dell’Azione sono rimasti identici? 

Una piccola bellezza bruna, delicata, si stacca dal gruppo e viene vicino: è la nipote del naufrago decorato al valor militare;  dice che il suo nome è francese e che significa “Anima”, poi aggiunge: “Lo sai che me lo sono scelta io quando ero piccola? La mia mamma e mio papà mi hanno detto ti piace il nome Alma ed io ho detto sì con la testa”.  

Il suo nome significa  “Anima” se è preso come sostantivo, sia “Datrice di Vita” se è preso come aggettivo: quando siamo arrivati pensavamo che si trattasse solo di una bella scuola, luminosa, sulla sponda del Lago, una giornata di primavera……