Maison
Chevetaine, 18 Marzo 2006-888
Beatissimo e
Santissimo
Padre,
A seguito
dei reiterati tentativi di richiesta di revisione del processo
nei confronti dell’Ordine e dei suoi Dignitari, indirizzati alla Vostra
Persona ed operati da sedicenti gruppi “Templari”, peraltro dissociati dal
nostro Ceppo Originale fin dal 1945, nel tentativo di approdare a qualche
forma di riconoscimento istituzionale,
rivolgendomi con deferenza e umiltà Cristiana
all’Unico Referente al quale l’Ordine sia rimasto Fedele fin dal principio,
onorando la volontà degli antichi Fratelli e la Regola di San Benedetto e di
San Bernardo, sono a trasmettere una
doverosa
nota di chiarimento.
L’OSMTJ, Ordre Souverain
et Militaire
du Temple de
Jérusalem (denominazione adottata dal Convento
Magistrale nel 1932), erede per successione legittima dell’istituzione
pubblicamente ufficializzata nel 1804 a Parigi, successivamente alla
sospensione dell’Ordine nel Concilio di Vienne, ed all’assoluzione,
nell’iter processuale a suo tempo attivato, dei suoi Dignitari,
compreso S.E. il Maestro dell’Ordine Jacques de
Molay, non ritiene necessaria alcuna procedura di revisione del processo
in quanto anacronistica rispetto all’evoluzione storico-istituzionale degli
organismi coinvolti e priva di significato, visto l’esito
già conseguito.
Dalla sospensione in poi l’Ordine,
pur essendo stato privato delle Referenze Spirituali collegate alla
Santa Sede, ha mantenuto estremamente chiare le proprie coordinate
teologiche nella più completa osservanza del Simbolo
Niceno-Costantinopolitano.
Nel contempo, l’Ordine del Tempio ha
provveduto,
per quanto ridotto ad operare in modo riservato sino al 1804, a
conservare la successione affidata ai Maestri dell’Ordine o ai loro Delegati
(facoltà prevista nella Regola originaria) anche laici,
non in pienezza di
funzioni, ma quale Dignità collegata al titolo di Maestro.
Analogamente, non potendo più svolgere le
funzioni monastico-cavalleresche, per fedeltà ai
principi della propria Tradizione, si è convertito in un “secondo ordine”
(Cavalieri Professi) ed in un “terz’ordine”
(Cavalieri Secolari), rinunciando alla dimensione sacerdotale
in attesa di un tempo in cui si possa raccogliere
ciò che era stato disperso.
Mi sia consentito ribadire a Vostra Santità, che l’Ordine ha assunto
una posizione coerente con la propria storia e tradizione, che trova il
proprio fulcro nell’ortodossia della Fede,
ed ha sviluppato nel contempo una sensibilità profonda sul piano
etico e teologico, in assenza della dimensione sacerdotale
ma non certamente di quella ecclesiale e conciliare.
Dopo aver preso le dovute distanze (già dal
1833) dalla deviazione “gioannita” di
Fabré-Palaprat, al nostro interno abbiamo
mantenuto e manteniamo un atteggiamento di Vera Fraternità, pur nell’assenza
di una Casa comune nella quale radunarci.
Nei momenti che precedono i Capitoli,
celebrati sempre in una Chiesa e durante il Santo Sacrificio della Messa,
facciamo tesoro della Tradizione, che ci insegna a pregare e a meditare
secondo le Ritualità Orientali ed Occidentali, nelle quali è sempre presente
il Nome della Santità Vostra.
Allo stato attuale l’O.S.M.T.J. mantiene,
come sempre ha fatto nei secoli,
l’obbedienza al Magistero della Chiesa, in tutte le sue istanze e forme.
Il nostro Ordine si propone quale
interlocutore,
nella ricerca e nel perseguimento di ogni
efficace collaborazione, con i referenti spirituali previsti dalla
Regola, che possa sfociare, non tanto in una riabilitazione ufficiale, ma
nella Benedizione da parte della Santità Vostra all’intero Ordine ed al suo
operato.
Non è
mai stato
nostro uso fare vanto e sfoggio delle insegne dei Poveri Cavalieri di
Cristo: la Regola lo vieta!
Siamo abituati a dire ogni giorno, dopo aver
adempiuto nel Silenzio ad ogni nostro dovere che “siamo servi inutili” come
ci insegna il Vangelo, ma altrettanto siamo abituati a porre davanti ad ogni
nostro operato l’insegnamento tracciato dalla Santa Mano dell’Evangelista
Giovanni “ut omnes
unum sint”.
Operare, sotto la Benedizione del Papa di Roma e dei
Patriarchi Orientali, potrebbe essere identificato non solo come il punto di
arrivo di un Cammino che parte da un’antica Casa comune,
ma anche il punto di partenza per una collaborazione concordata e
concertata per
contribuire a riportare l’Unità nei
Credenti in Cristo.
Con tutto l’Amore, posso confermare alla Santità
Vostra che l’Ordine intende affrontare questo Cammino con animo volto al
Servizio ed alla collaborazione
nel difficile cammino per l’Ecumenismo,
totalmente rispettoso
della Volontà di Dio, che per Opera del Santo Spirito ha posto la Vostra
Persona a Capo della Chiesa Cattolica e Apostolica Romana.
Nel nome della Santissima Trinità e sotto lo sguardo
della Santa Madre, Prego Vostra Santità di
voler accettare
il saluto di un Figlio,
Fratello nella Fede, che si china alla Vostra Santa Mano Benedicente.
Fr. Alberto Zampolli
Per Grazia Magistrale e Per Volontà del
Convento
Luogotenente Magistrale - Reggente dell’Ordine